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Un laboratorio di scarpe: Kikkabo

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Ieri mi ero ripromesso di passare una domenica tranquilla a casa con Elena per riposaremi un po’. non ci sono riuscito.

Di mattina sono andato a fare la solita colazione della domenica con Elena in un cafè vicino a casa. All’inizio eravamo entrambi un po’ sottotono ma mangiando e leggendo il giornale la conversazione e gli amini si sono rischiariti e alla fine abbiamo pure riso.

Nel pomeriggio sono passato per il cafè Corazon per salutare Masaru, per portare il mio biglietto da visita e per mostrare alcune foto. Glielo avevo promesso e poi volevo sentire le sue osservazioni. Mi ha sorpreso un po’ il suo commento iniziale: “Sembrano quasi dei dipinti. L’uso dei colori è diverso da quello nostro.” È un fatto che ho constatato spesso e so che questo è accaduto anche ad altri italiani. Anche due clienti accanto a me hanno guardato le foto prendendole a una a una e facendo delle piccole osservazioni tra le quali: “Mi piacciono i paesaggi.”,”Sarebbe da appendere.” Sono osservazioni utili che mi fanno capire cosa le persone piaccia o meno.

Sono stato in quel cafè per circa due ore, il tempo è passato velocemente. Ho parlato con Masaru di quali progetti abbia per il futuro, della famiglia e di come va il lavoro. Ha aperto il cafè lo scorso anno e sembra andare tutto bene. Il vicinato lo conosce e alcune persone lo vanno a trovare anche tre volte alla settimana perché :”Lo voglio aiutare. Ha cominciato da solo, aveva un sogno e lo sta pian piano realizzando” è stato il commento di un cliente ottantacinquenne. “Fabio, è facile cominciare ma è difficile andare avanti”. Quando Masaru me lo ha detto gli ho detto che la pizzeria Da Yuki proprio ieri ha “compiuto” sei anni e ha cominciato senza farsi pubblicità e senza internet. Passione e la voglia di preparare delle ottime pizze, cosa non facile. Conosco Yuki, il pizzaiolo e proprietario, e so quanto abbia e stia lavorando non solo per la pizzeria ma anche per poter far assaggiare a tutti la bontà della pizza napoletana. È stato e lo è tutt’ora uno dei primi pizzaioli a Kyoto e forse del Kansai.

Quando sono tornato a casa Elena mi ha fatto notare che ero stato via per quasi tre ore nonostante mi fossi ripromesso di stare a casa per riposarmi. Ho deciso comunque di non fermarmi e sono andato a visitare il laboratorio di scarpe, Kikkabo, vicino a casa mia per chiedere se potevo fare delle fotografie di come lavorano. Quando sono entrato ero molto teso, forse per il caffè che avevo bevuto durante la mia visita a Corazon, ma sono riuscito a presentarmi e a spiegare quello che vorrei fare. Il proprietario, Nojima Kosuke, mi ha dato il benvenuto e anche il permesso di fare le foto. Mi ha spiegato quale sia il periodo nel quale lavorino di più e visto che ero li ho cominciato a fare alcune foto. Dal batticuore di tensione che avevo tutto sparito in un profondo senso di rassegnazione quando ho visto che la macchina fotografica non rispondeva come doveva fare. Tutte le foto venivano verdi nonostante avessi provato a cambiare tutte le opzioni. Finalmente si è rotta!! L’ho usata, anche in modo non molto gentile, per sei anni, in tutto ho fatto più di trecentomila scatti.

Non è stata poi una giornata così molto tranquilla.


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